martedì 2 febbraio 2016

Virped, il portale dei pedofili virtuosi


Riflessione Pubblicata su Ultima Voce, Per info vedi anche:
 
 
Esiste un portale chiamato “Virped”. Si tratta di un'organizzazione di mutuo aiuto nei confronti di quelle persone che provano profonda attrazione verso i bambini, ma non sono molestatori.

Il portale si apre con una richiesta di aiuto di un ragazzo di 20 anni.

Si legge disperazione, rassegnazione, paura.

Gli obiettivi dell'associazione sono quelli di ridurre l'indelebile stigma associato alla pedofilia, permettere alla gente di conoscere la vera natura della pedofilia, il disagio profondo che provoca, fornire aiuto e supporto ai pedofili virtuali, per permettere loro di condurre una vita pressochè serena.

[Le persone non scelgono di essere attratte da adulti o bambini, così come non scelgono di essere attratti dagli uomini o dalle donne. Non tutti i pedofili sono molestatori di bambini, né tutti i molestatori di bambini sono pedofili. I molestatori di bambini si definiscono tali per i loro atti, mentre i pedofili per i loro desideri. Ci sono pedofili che non hanno mai realmente esercitato la loro attrazione sessuale nei confronti del bambino. Essi non devono essere accusati per ciò che provano, ma piuttosto supportati nella costante autocensura che devono esercitare su se stessi, per continuare ad avere un comportamento etico.]

Queste le parole del professore Blachard, docente di psichiatria a Toronto, che potete facilmente trovare sul portale “Virped”, sotto la voce intitolata “Esperti scientifici”.

Tali parole fanno riflettere sotto numerosi aspetti, che mi piacerebbe provare ad affrontare, addentrandomi in quel luogo pericoloso, che è dominato dal silenzio, dallo scandalo, dal tabù.

Niente di più affascinante!
 
 

Innanzi tutto è doveroso da parte mia sottolineare quanto le parole del professore regalino un ottimo insegnamento riguardo l'omofobia, tanto cara a noi Italiani.

Ma partiamo per gradi.

Al mondo c'è chi si propone di “normalizzare” la pedofilia. Alcuni studiosi si propongono al giorno d'oggi di utilizzare la realtà virtuale per individuare i pedofili, e successivamente curarli.

Attenzione, ho detto curare, non castrare.

Inevitabile, giunti fin qui, fare qualche piccola riflessione al riguardo.

La realtà dei fatti dimostra l'effettiva difficoltà di definire all'unanimità la pedofilia. Per la comunità scientifica rientra nelle parafilie, che rimangono comunque un grande mistero.

Secondo il modello psicanalitico il parafilico è colui che non è riuscito a completare un normale processo di sviluppo verso l'adattamento eterosessuale.

“Fissazione, regressione a forme di sessualità infantile che persistono nella vita adulta”. (Fenichel, 1945).

Angoscia e castrazione sono i termini più utilizzati anche in campo psichiatrico.

Alcuni teorici credono che la scelta di un bambino come oggetto di profondo desiderio sia da attribuire ad un comportamento tipicamente narcisista. Più precisamente, secondo la versione classica di Fenichel e Freud, la pedofilia rappresenta una scelta oggettuale narcisista, in quanto il pedofilo vede il bambino come uno specchio di se stesso nell'età infantile. Ai pedofili vengono inoltre attribuite caratteristiche quali la debolezza di carattere, e l'impotenza.

Ma la realtà è sempre più complicata di un manuale di psichiatria.
 
 

Probabilmente esistono al mondo persone che possiedono l'orientamento sessuale più sfortunato e perverso del mondo.

Ops, ho detto orientamento sessuale. Che scandalo!

E qui vi lancio la mia bomba.

Credo ci sia qualcosa di estremamente interessante e altrettanto pericoloso nelle parole dello psichiatra Blachard. Il collegamento tra le varie forme di pedofilia, ad esempio, e contemporaneamente la netta distinzione tra una pedofilia “sana”, e una profondamente malata.

Cosa vuol dire questo?

Si parla di distinguere le fantasie dagli atti.

E' giusto condannare dei soli pensieri?

Il problema che emerge alla lettura del testo dello psicanalista, e da una rapida sbirciatina al portale, riguarda il rapporto proprio tra i pensieri malati, perversi, le fantasie pericolose e ripugnanti nei confronti dei minori, l'identità sessuale del protagonista di tali pensieri, e gli atti sessuali propriamente detti.

Virped offre aiuto, sostegno, supporto. Consiglia specialisti per un supporto psicologico.

Siamo tutti esseri umani.

Nelle parole del professore Blachard possiamo intravedere esplicitamente la differenza tra pedofilocolui che desidera un bambino”, e molestatore, “colui che molesta un bambino”.

Dunque i pedofili virtuosi sarebbero persone che hanno chiesto spontaneamente di essere psichiatrizzate, aiutate a controllare i loro istinti?

Si dice che se viviamo di soli istinti diventiamo animali, senza coscienza.

Ma se viviamo di sola razionalità ci trasformiamo in robot.

Queste persone erano turbate dai loro pensieri, dai loro desideri perversi, o angosciate dall'aver provato eccitazione sessuale in situazioni di contatto, seppur ingenuo, con qualche bambino?

In fondo lo sappiamo tutti dall'esperienza personale che, quando ci ripetiamo di non pensare ad una determinata cosa, ci stiamo automaticamente pensando.

“Pensare”, e “volere qualcosa” sarebbero dunque azioni sovrapponibili.

Ma sarà davvero utile aiutare i pedofili virtuali a contenere i loro desideri? Oppure tutta questa auto sorveglianza, la paura di pensare il male, l'angoscia esistenziale, potrebbe portare ad un raptus di violenza? Potrebbe scatenarsi la follia, così come avviene un attacco distruttivo di bulimia nervosa?

Golosità, desiderio, acquolina in bocca.

Potrà sembrare stupido o banale, ma sento di poter accostare tali aggettivi all'argomento.

“La sicurezza dei bambini è la nostra priorità”. La frase tuona sul portale “virped”, sotto la voce “Chi siamo”.

Ma c'è un'altra questione, relativa la tematica, che mi arrovella la mente.
 
 

Se un uomo utilizzasse una realtà virtuale per sfogare i propri istinti sessuali, non nuocendo in tal modo ad un bambino in carne ed ossa, ma ad una rappresentazione virtuale di questo, sarebbe perseguibile legalmente?

Credo sia una discussione interessante da affrontare in un mondo come il nostro, dove il virtuale sta nettamente scavalcando il reale.

La questione è ovviamente molto complessa e delicata, non per altro rappresenta un tabù. Un gigantesco nodo alla gola che viene raggirato silenziosamente, senza mai essere affrontato.

La realtà virtuale è qualcosa di più simile al pensiero che alla vita reale. O forse è una via di mezzo, un ibrido tra azione e pensiero.

Ma si parla di bambini. Quindi è d'obbligo considerare le implicazioni morali di tutto questo polverone.

Perchè i bambini devono comunque essere liberi di vivere la loro innocenza .]
 
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