martedì 2 febbraio 2016

Succo all'Albicocca, tratto da Zero

Tratto da "Succo all'Albicocca"_
Un racconto nato dal caso, come tutti gli altri, del resto_
 
[La sostanza melmosa mi si bloccò in gola, transitando lentamente tra la faringe e l’esofago. Niente era come sembrava, tutto veniva abilmente celato sotto una paralisi facciale, che si divertiva a beffarsi di me. E intanto una sottile lamina affilata, impercettibile al senso umano, squarciava una coltre di vergogna, densa e profonda, come la sostanza melmosa che ero costretta ad ingurgitare. Vergogna e ossessione impedivano ad una ragazza stropicciata, felice ma sempre malinconica e triste, di compiere una semplice azione, come dissetare l’organismo attraverso un semplice succo all’albicocca.]
 
 
 
[Il tassello che avrebbe reso possibile l’identificazione di una persona confusa e spettinata, determinata e lamentosa, infinita eppure evidentemente bassa, contraddittoria, felice ma sempre malinconica e triste. Ironica e acida. Simpatica e sorprendentemente solitaria. Inutile come un moscerino schiacciato su parabrezza. Piccola come una balena. L’ho detto contraddittoria? Una vera fallita.
I fallimenti costellano da sempre la mia inutile vita. I fallimenti mi hanno portata fin qui, in questo luogo denso e viscerale, protetto da sbarre ferrose, che impediscono al mio grido di vibrare nell’aria. Questo urlo riempie i miei polmoni di un’aria nuova, pulita, che profuma di gasolio e cherosene.
Nulla è facile in prigione.]
 

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