mercoledì 25 marzo 2015

Le Gocce Della Speranza_


Perché Io Volevo Nascere Bionda E Stupida_
E Volevo Anche Un Gatto Nero_
 




  Una cosa sola sapevo con certezza: io non avrei varcato quella soglia senza le mie gocce. Non potrei mai e poi mai partire senza.
I grandi pilastri esteri si stavano impossessando della mia anima, marciavano a gran passo, soffocando ogni opposizione con una violenza inaudita.
Una guerra fredda logorava i miei organi interni, un ricorso agli armamenti continuo, sconquassava il mio flusso sanguigno, privandomi di ogni forza.
Killer spietati invadevano il mio cervello, senza incontrare resistenza.
Uomini della morte, penetravano nella mia mente, armati fino ai denti.
Gli artefici del massacro ledevano le pareti del mio essere, e ferivano la mia cute.
Unghie affamate di membra umane, si nutrivano della mia carne, spargendo ovunque dolore e sofferenza.
La morte si riversava all’interno di me in una velocità spaventosa, e, come una macchia d’olio su una tovaglia, mi accerchiava. La mia anima s’impregnava di una sostanza ripugnante e viscida. Come una perfetta spugna, si saturava di morte.
Non posso prendere il volo senza le mie gocce.
Non muoverò un passo fino a quando non avrò trovato quel boccettino di acqua miracolosa.
Gli arti del mio corpo non rispondono più ai comandi. Le mie mani dichiarano la loro indipendenza, e iniziano a frugare nella borsa senza che io me ne accorga. Affamate e avide, rovistano in ogni tasca, lasciando alle loro spalle dolore e sofferenza. Unghie spezzate cadono a terra; un ammasso di ossa e pelle morta naviga in una borsa alla ricerca di una via d’uscita.
Il mio essere sta al mondo come un tossico in crisi d’astinenza, al tempo del proibizionismo; la lingua si muove lesta, dalla mia bocca escono fiumi di parole, un flusso continuo. Contemporaneamente la mia mente impazza, nella direzione opposta.
Un regime totalitario, autarchico, spietato, aveva preso il sopravvento all’interno di me, spodestando la mia giovane anima, attraverso un colpo di stato.
Il potente esalta la sua ferocia e grida vittoria, il vinto continua a combattere in silenzio, senza mia fermarsi, ricomponendo i cocci di un cuore spezzato.
Siringhe colorate di sangue, che odorano di cadavere. Sorrisi spenti. Calore umano arso vivo.
Nulla sopravvive alla malvagità umana.
Le mie gocce, dove sono le mie gocce?
All’interno di me, tutto tace in un silenzio assordante. La disperazione s’intrufola di soppiatto nelle case sfollate. Il pianto allaga gli occhi dei superstiti.
Un asfalto, saturo di sangue umano, si specchia in un cielo colorato di cemento.
Un piccolo stelo d’erba sopravvive alla desolazione della morte. Solleva il capo da terra, respira a cuore aperto, e disseta la sua anima con tre gocce di speranza.
Tre gocce di speranza.
Quelle gocce che le mie mani avide avevano a lungo cercato, all’interno della mia borsa.
Quelle gocce che erano sempre state lì, immobili, ad aspettarmi.
Come un filo d’erba sopravvissuto al massacro, distacco faticosamente le mie natiche dal freddo pavimento. Allargo il mio volto provato in un grande sorriso; un sorriso rivolto a quel mondo che mi circonda, e che da sempre mi appartiene.
Uno, due, tre. Sento il liquido scivolare nella mia gola, attraversare l’intero corpo, fino a riempire i miei polmoni di un’aria leggera e nuova. Di un’aria viva.
E’ sufficiente la giusta dose di speranza.
Bastano tre gocce del mio elisir, e la mia essenza di essere umano fragile, ma mai debole, è pronta a partire per un nuovo viaggio.
Boarding pass 1915 GO5 18L. In direzione di…
[…]

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