giovedì 26 marzo 2015

La Società Degli Specchi_

La Guerra E' Silenziosa, Noiosa, Ignorante.
Ti Scorre Accanto, E Neanche Te Ne Accorgi.
_Mi Hai Dato Un Gatto Bianco E Io Non Ci Sto Più_
 




[…]
Boarding Pass 1915 GO5 18L
Direzione…
Dacca_ Nairobi_ Brazzaville_ Hanoi_ Bujumbura_ Abuja.

Difficile trovare la giusta destinazione, quando ancora si sta cercando la propria identità.
Se avessi vissuto una vita senza specchi, m’imbarcherei per Abuja, ridendo e scherzando a braccetto con l’illusione, protagonista indiscussa in un film già visto. Una pellicola cinematografica vecchia come il mondo, affollata da una miriade di ragazze madri; giovanissime, bellissime, determinatissime.

Parteciperei ad una folle corsa verso il precipizio.
Un precipizio che odora di sesso ma si colora di morte.
Un precipizio che ha le sembianze del diavolo, ma le voci di mille ragazze.
Un precipizio che si nutre di sesso, e di preghiere disperate.
Un precipizio che si accende al calare delle tenebre.
La debole luce di una candela illumina la via, e brucia l’innocenza.

Ma sono nata nella società degli specchi, dove non esistono i diavoli e neanche gli innocenti.
Dove l’aria profuma di cemento fresco.
Dove l’intelligenza è misurata in chilogrammi. E la vita viene stabilita da un numero su una bilancia.

La mia vita con gli specchi ha determinato la mia intera esistenza. Sono cresciuta ammirando il mio pallore riflesso su un muro di vetro, che urlava a gran voce la mia appartenenza ad un gruppo.
Un gruppo potente, ma altrettanto debole; un gruppo di persone che possiedono soldi, e armi a volontà. Eppure non sanno difendersi. E spesso, piangono soli con se stessi.

I visi pallidi sono un’etnia che ama colorarsi di grigio, ostentando l’originalità.
Si armano di finti sorrisi, di muscoli scoppiettanti come un sacchetto di pop corn, e di magliette aderenti che soffrono visibilmente le pene dell’inferno; nell’estremo tentativo di evitare l’esplosione universale in un mare di… Vuoto.

La mia vita con gli specchi mi ha permesso di vedere la mia immagine riflessa, su un muro di vetro. Ma non mi ha indicato la giusta strada per trovare la vera me stessa.
La più bella del reame.

Perché la più bella del reame non è facile da scovare; fugge, si nasconde, si cela dietro ad un mondo affollato di mille riflessi, e poche realtà.
Un mondo gonfiato, come un piccolo palloncino rosso; che si rinsecchisce sotto il peso della nullità, e muore, come un tossico in astinenza di aria pulita.

Ma io ho vinto al superenalotto, a Amleto mi fa un baffo.

Le mie gambe avanzano lente, su quel pavimento scivoloso. Le ballerine bianche si colorano di polvere. Gli occhi si accendono di una luce nuova, riflettendo la Luna.

Una voce metallica mi provoca un brivido intercostale, solleticandomi un poco il mio organo pulsante.
Invoca il mio nome.
E’ ora di imbarcarsi.

 

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