Rivolgo La Mia Scrittura Alle Persone Che Mi Stanno Accanto, Che Mi Stimolano, Giorno Dopo Giorno, E Mi Ricordano La Mia Terribile Voglia Di Vivere, Crescere, Imparare.
Perché Non Smetterò Mai Di Rinnovare Me Stessa.
Coloriamoci Di Blu.
_Il Colore Dell'Intelligenza_

Noi, figli della società contemporanea, siamo cresciuti
chini sui libri di scuola, a studiare il passato. Conoscere se non si può
comprendere, per evitare di ripetere. Ignara, l’odierna società consumistica,
che la storia si ripete continuamente, e che l’uomo, nella sua straordinaria
intelligenza, la lezione non la impara mai.
Ho trascorso gli anni più belli della mia vita seduta sui
banchi di scuola, ad immagazzinare nella mia memoria storie terribili, date
importanti, fatti indelebili, marchiati nei libri scolastici.
Ho trascorso gli anni più belli della mia vita a studiare
Omero, il grande vate, immaginando la sua cecità, desiderando ardentemente la
sua infinita immaginazione.
Studiavo l’Iliade, sul libro di scuola, e mi perdevo
immedesimandomi in Elena di Troia, incarnando la sua bellezza, il suo talento,
la sua seducente femminilità. Vivevo in prima persona l’estrema guerra
decennale, una battaglia logorante, distruttiva, che si risolve in grandiosi
duelli fra nobili, in mirabili imprese di singoli eroi, con l’intervento
diretto delle divinità, schierate a loro volta in opposte fazioni.
Ho Trascorso gli anni più belli della mia vita ad invidiare
una donna fantasma, la bella Elena, invidiavo l’immagine che mi ero
fantasiosamente costruita di essa, e il suo straordinario ed invincibile potere
seduttivo.
Ho trascorso gli anni più belli della mia vita ad
elemosinare qualche briciola d’amore, nel tentativo disperato di essere
accettata, e amata.
Ho trascorso gli anni più belli della mia vita a costruirmi
castelli immaginari, diretti derivati dalla mia incredibile fantasia, dalla mia
voglia di amare, di crescere, e di rinnovarmi continuamente, giorno dopo
giorno.
Ho passato le mie giornate ad ignorare il vero significato
della vita, e ad ignorare che nell’Iliade tutti i re e i principi, si battono
per la propria gloria personale; non per la patria, ne tanto meno per Elena.
L’Iliade altro non è che una festa crudele di guerrieri, che
sfidano la morte ad ogni istante, solo ed esclusivamente per alimentare il loro
gigantesco ego.
La bella Elena che tanto invidiavo, altro non era che un
grazioso soprammobile.
Ho trascorso anni ad immaginarmi una vita parallela, dove
avrei potuto sfruttare le immense qualità della bella Elena di Troia, e
conquistare la felicità con la mia bellezza, seducendo il mondo intero
attraverso la mia determinazione, e la voglia di vincere.
Ho subito una metamorfosi lunga e dolorosa, ritrovandomi nel
giro di tre anni appena, ad indossare i panni di Don Chisciotte. Analogamente
all’uomo di mezza età, protagonista indiscusso del libro “Don Chisciotte Della
Mancia”, di Miguel de Cervantes, spendevo le mie preziose ore ad annoiarmi
della quotidianità a cui ero costretta, a causa dell’estrema banalità del
genere umano.
Disgustata da questo mondo che mi circonda decido di
combattere una guerra personale, una battaglia rovinosa, uno spargimento di
sangue continuo, per combattere ciò che ritenevo violento ed ingiusto.
Ho vestito i panni del valoroso Achille, armandomi di
solitudine, spietato giudizio, rabbia e cattiveria verso il nemico, e anche
verso me stessa. Entrai nel vortice della morte, condizionata continuamente dai
media, e dalla corruzione sociale.
I mulini a vento simboleggiano il nemico, tanto temuto ma
anche desiderato da me stessa. Altro non sono che demoni deformati, enormi
giganti dalle smisurate braccia, e occhi taglienti come lame affilate.
Pur essendo cosciente della superiorità della loro infinita
forza, immolo il mio inutile essere, scontrandomi contro il demone, nel
disperato tentativo di difendere i miei ideali di giustizia.
E anche se perdo una battaglia, vincerò la mia guerra.
Perché il male non può vincere per sempre.
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