Toni Alfano è un artista e illustratore che ha firmato quasi
tutti gli artwork della Neo Edizioni. Di fronte al suo primo esordio
editoriale, intitolato “Pompei”, ci troviamo di fronte ad un vero e proprio
enigma, un rebus liberatorio, una personale e misteriosa anamnesi dell’autore.
Si potrebbe pensare alla lenta ricostruzione di un trauma,
un processo di trivellazione emotiva, che sfocia nella coagulazione di un
intero percorso artistico. “Pompei” appare ai nostri occhi un’opera pressoché insondabile
quanto introspettiva, e probabilmente impossibile da spiegare a parole.
E’ difficile trovare una chiave di lettura a cinque capitoli
che si presentano agli occhi del lettore differenti e a sé stanti, testimoniano
un corpo smembrato e alternano scale di grigi a campiture rosse.
L’interpretazione risulta ostica e impedisce di individuare il giusto rapporto
da instaurare con una sequenza di tavole dal tratto accattivante, a volte
nervoso, atre volte più morbido, opaco e realista.
“Pompei” è un luogo di sperimentazione personale; qui si
riversano le ossessioni e le angosce di Toni Alfano, cristallizzate in micro
narrazioni, suddivise in cinque capitoli differenti, quasi incidentali.
Le relazioni tra testo e immagini fanno del singolo poema un
vero rompicapo, il lettore non è
attratto dal desiderio di capire “come finisce la storia”, quanto dalle
relazioni possibili, e dalle improvvise aperture di senso, e di non senso,
insite nelle pieghe del libro. “Pompei” si muove su un territorio in cui gli
elementi testuali, e le immagini, di volta in volta collimano e divergono,
allontanandosi, sempre apparentemente, dalla fuga narrativa, e paradossalmente
spingono il lettore, immerso nelle illustrazioni, a chiedersi cosa succederà,
quale sarà il colpo di scena. In questo viaggio la guida è la parola,
l’immagine suscita sensazioni poetiche, spettrali, a volte sono raffigurazioni
famigliari e rassicuranti, altre volte sfuggenti, sarcastiche, distorte.
Siamo di fronte a suggestioni poetiche, ma di certo non in
presenza di una poesia a fumetti.
Il testo è il vero motore dell’azione, le immagini
illustrano, sono un semplice correlato visivo. Appare quindi chiaro la
lontananza rispetto al classico libro illustrato.
La pagina standard del fumetto si è evoluta per raccontare
un certo tipo di storia; la materia densa e sfuggente di cui si occupa “Pompei”
costringe Alfano a muovere l’equilibrio tra testo e immagine, in favore del
primo termine.
La “verbosità” dell’autore è da considerare un limite, o
forse si identifica meglio come punto di forza?
Difficile formulare una risposta che sia soddisfacente al
fine di sfatare il mistero di questa opera, che pare sfidare il paradosso;
anche quando ci addentriamo nel vivo della narrazione, non possiamo fare a meno
di avvertire un eccessivo peso della parola.
Nel quarto capitolo lo stile muta considerevolmente, notiamo
un tratto a matita, fortemente chiaroscurato e realista. I racconti conservano
un tono onirico e trattano temi tra di loro disturbanti: parlano di ossessioni,
ricordi, paure infantili, traumi.
“Quanto segue non è la
rievocazione di un fatto del passato, ma il racconto dei nostri giorni, dei
nostri drammi individuali e sociali, attraverso quel simbolo. Pompei
disintegrata dalla forza della natura, dissolta nella materia, e consegnata al
mito senza tempo. Così come le nostre vite, le nostre relazioni, i nostri
ruoli, sono solo frutto di identificazioni, illusioni, destinate ad essere
riassorbite nella forza che le ha generate: un sogno”.
Così dice l’autore, Toni Alfano, per introdurre un’opera
“stonata”, che supera i confini apparentemente invisibili ed insormontabili,
che separano la graphic novel dal fumetto e dalla prosa poetica, ricostruendo
un immaginario nuovo, acido e surreale.
Ciò che affascina di “Pompei” non è solo il rapporto testo-immagine;
l’autore ha oltrepassato ogni confine terreno, creando un materiale narrativo
accidentale e metafisico. E’ questo nucleo solido e narrativo a catturarti,
questo spaccato favolistico nel flusso libero e liberatorio della sua prosa, un
flusso di coscienza impresso nero su
bianco sulle pagine di un libro, proveniente dalle viscere più profonde della
sua persona.
“Pompei” è una sfida al lettore ideale, all’appassionato di
fumetti e anche all’amante dell’alta letteratura; è un piccolo teorema sulla
friabilità dei confini.
Spetta voi, dunque, trovare una soluzione a questo enigma.
Nessun commento:
Posta un commento