venerdì 20 febbraio 2015

Il Quinto Boccone Amaro_ Forte Forte Forte


E’ quando lavoro al pc, faccio le cose di sempre, un po’ per  autoconvincermi che nulla è cambiato. Sono sempre io, con la mia voglia di scrivere, di parlare, sempre e comunque, a tutti. E se la gente non mi vuole sentire non m’importa. Io urlo lo stesso.

La mia è una bulimia di parole, io vomito una valanga di frasi, mai dette, e neanche mai ammesse, senza mai fermarmi. Continuerei in eterno, ma si sa, dopo un po’ uno perde le forze, abbracciato alla tavoletta del water, e si arrende.

E’ quando lavoro al pc, eccitata dal movimento irrequieto del mio cervellino, che partorisce un nuovo racconto firmato Elisa Bellino, che mi scatta il campanello di allarme. E’ giunta l’ora.

Mollo la mia adorata tastiera, dove le mie dita scorrono determinate, ritmate dal fluire liquido della mia fantasia, che parte dal cervello e scivola forte e potente come acciaio, vivo nelle mie vene.

Mollo il mio adorato pc, per trascinare il mio non più tanto dolce peso verso il bagno, accendo una luce per vedere il mio volto smunto, pallido e stressato, sembro quasi più vecchia oggi. Attacco la piastra, almeno i capelli me li faccio, una cosa salviamola a questa 25enne.

Ho sempre amato i miei  capelli, quasi li veneravo. Non li ho trattati molto bene, è vero, ma mi davo i “cento colpi di spazzola prima di andare a dormire”, tanto per spaventarmi di quanti ne rimanessero intrappolati nei dentini criminali; e li coloravo, perché, in fondo, ho sempre voluto avere qualcosa di “diverso”.

Aspettando la lucina verde, che mi da il via libera allo stiraggio del mio povero cuoio capelluto, mi rendo conto di quanto siano diventati improvvisamente banali. Il biondo caldo è diventato un giallo pulcino che non si può guardare, ed è sceso, scivolando, come il mio umore, fino alle punte. Un classico castano chiaro troneggia sulla mia testa… Di cazzo. Mi sono trasformata in una ragazza normale, sono una ragazza anonima, che sta al mondo senza un perché. Sono inutile. Una pecora in mezzo al gregge.

Ma posso ancora urlare.

O meglio, posso ancora belare.

Posso farmi sentire, parlare, istruire il mio gregge.

Posso rovinarmi le corde vocali e gridare al mondo il mio dolore.

Il dolore che accompagna la gente come me.

Il dolore che accompagnerebbe anche la mia migliore amica Minnie, se non fosse imbottita di pillole.

“Hai un’intelligenza superiore alla norma”. Mai come ora questa affermazione mi fa arrabbiare, e morire dalle risate allo stesso tempo.

Se avessi un’intelligenza superiore alla norma avrei il controllo della mia mente.

Se avessi un’intelligenza superiore alla norma a quest’ora sarei impegnata a sbancare qualche casinò, e non costretta a recarmi, a testa bassa, verso il patibolo.

Quando uscirò dal pozzo buio e freddo nel quale ho deciso di precipitare, quando finalmente potrò vedere uno spiraglio di luce, sarò talmente forte da spaccare il mondo. Talmente forte che nulla potrà più scalfire la mia corazza. Più forte della consistenza della pagnotta del “pranzo da ospedale”.

Forte Forte Forte.

Ma anche voi vi chiedete com’è stato possibile che la Carrà assumesse le sembianze della nuova Maria Di Filippi? E’ forse diventata un camaleonte? Siamo forse tutti un po’ camaleonti?

Beh, allora io scelgo di diventare…

La ragazza felice.

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