domenica 21 dicembre 2014

Fin Nel Profondo... Fino in Fondo...

"secondo me il tuo personaggio preferito è Jesse Pinckman".
Questo è un messaggio ricevuto la scorsa sera, wifii già spento, persiane chiuse, tende abbassate, stanza abitata unicamente dalle oscure tenebre della notte londinese. Proprio come piace a me, prima di abbandonarmi al sonno, e accogliere Morfeo, che mi porta via con sé.
Un messaggio azzeccato, indubbiamente.
Lasciate che vi spighi i miei passatempi migliori dei miei quindici giorni londinesi, prima di tutto.
Da quando sono qua, e anche da prima di partire, se vogliamo essere del tutto sinceri, sto trascorrendo le mie lunghe serate in dolce compagnia di "Breaking Bad".
Sono una drogata, ne sono cosciente, me lo sento ripetere ogni giorno dalla mia amata sorellina, dal mio fidanzato, da tutto quelli che un minimo mi conoscono. Il fatto è che io sono una drogata reale, a me non basta guardare una serie tv così, perché tutti dicono che è bella. A me piace conoscere, capire, scoprire cose nuove, documentarmi, riflettere.
Breaking Bad è una bella serie, la trama è avvincente, i personaggi, specialmente i protagonisti, sono sviluppati come figure a tutto tondo, hanno una loro "nascita", un loro punto di partenza, e una loro personale evoluzione. Questo permette loro di crescere, nel corso delle puntate, e a noi spettatori di conoscerli meglio, di penetrare sempre di più al loro interno, nelle loro teste, comprendere le loro scelte, condividerle, apprezzarle o meno. La serie raggiunge il suo scopo quando lo spettatore riesce ad identificarsi con il personaggio che vede riflesso all'interno dello schermo, arriva a percepire le sue paure, ne condivide il dolore e i sentimenti di gioia; in parole povere ci si affeziona.
Questo accade anche quando i personaggi conducono una vita lontana anni luce dalla tua.
Jesse e Walter "cucinano" anfetamina.
Eppure io riesco ad immedesimarmi in loro.
Adesso ditemi la differenza tra lo svolgimento di una semplice serie tv e le dinamiche scatenate da un buon libro. Certo, pure io preferisco conoscere i personaggi attraverso mille pagine di carta, anche a me piace crearli, con le loro fattezze, i loro difetti fisici, la piccola rughetta di espressione, che compare corrucciando la fronte nel mezzo delle sopracciglia un po' troppo folte. Io me li creo ogni giorno i miei personaggi, me li vedo, loro nascono nella mia testa, e si sviluppano, crescono.
Ma se vogliamo scavare ancora più a fondo nella questione, pensateci, come nascono i nostri personaggi, i protagonisti del libro che state leggendo, i protagonisti della vostra serie tv preferita?
Sicuramente è merito della genialità dell'autore, che sia uno scrittore o un regista, la differenza sta solo nel prodotto finale. Entrambi partoriscono un personaggio, un intreccio di carattere, personalità, cultura, intelligenza, stato sociale, tradizioni; un personaggio che esiste nella sua globalità, e solo compiendo l'azione di esistere crea la storia.
Noi sappiamo questo, o questo almeno è quello che a mio parere succede nei libri, nelle serie, e nei migliori film che io possa vedere, quelli che alla fine riescono a farmi innamorare perdutamente.
Ma cos'aveva nella testa Vince Guilligan quando ha dato alla luce Walter White?
Ha creato di certo consapevolmente un eroe minimalista, un classico uomo americano sulla cinquantina, un professore di chimica che no ha mai sfruttato al massimo le sue potenzialità, non ha mai avuto modo di coltivare la sua passione e la sua genialità nel campo chimico della ricerca, e si è accontentato della mediocrità dell'insegnamento. Una vita noiosa e regolare di una classica famiglia americana, una bella moglie, un figlio andicappato adolescente, e una seconda figlia non voluta, in arrivo. Una famiglia che non vive nella ricchezza, ma neanche nella povertà, riesce a tirare avanti, a pagare le tasse, gli studi del figlio, tra un sacrificio e l'altro.
La loro routine quotidiana si spezza alla scoperta del cancro, la bestia nera, che arriva come una nuvola nera e oscura le loro fragili vite.
Questo è il momento di vera rottura.
E' qua che Vince Guilligan ci presenta il vero Walter White, quando le certezze gli crollano addosso e si ritrova costretto a reagire.

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