mercoledì 13 gennaio 2016

Capodanno a Colonia, quando i botti diventano molestie


http://ultimavoce2015.altervista.org/4500-2/


Cos’è successo a Colonia la notte di capodanno?
Questa è stata la prima frase che ho cercato nel web, nel disperato tentativo di fare un po’ di chiarezza in quella nuvola di fumo in cui naviga l’incertezza di un’ondata di stupri.
I fatti sono incerti, confusi, ricostruiti dai report della polizia.
Dai giornali italiani sembra che un meteorite si sia improvvisamente abbattuto sulla città di Colonia, o che i marziani l’abbiano invasa, riducendo i cittadini in schiavitù e lavori forzati.
I fatti evidenziano un gran numero di persone riunitosi alla stazione di Colonia, pare fossero circa 400 alle ore 21, circa 1000 verso mezzanotte; tra cui molti proveniente dal Nord Africa e Medio Oriente. Alcuni testimoni parlano di un clima teso, petardi, bottiglie, fiumi di alcool, qualche rissa. Sembra addirittura che prima ancora dello scoccare della mezzanotte, per evitare incidenti, le forze dell’ordine abbiano iniziato a sgomberare il campo e a disperdere i rissosi.
Eppure all’una di notte le segnalazioni iniziano ad arrivare.
Ad oggi si tratta di 516 denunce, di cui il 40% per molestie sessuali.
La polizia ha ancora poco in mano. Si possono ipotizzare tante cose, che manterranno chiaramente il beneficio del dubbio. Si pensa che tra la folla si aggirassero soggetti aggressivi, completamente ubriachi, una parte di essi probabilmente “musi neri”. Si sarebbero organizzati in gruppi, e avrebbero iniziato ad importunare, a derubare i passanti, in modo particolare il gentil sesso.


violenza

La notizia trapela una settimana dopo in terra tedesca, vola in Italia come un aeroplano di carta con il canonico ritardo, e viene in tempo record (mal) tradotta, rimasticata, ingrassata, gonfiata e sputata sui media locali, che a loro volta l’accartocciano per bene.
Continuano ad emergere notizie contrastanti, ma di certo il record dell’indecenza è da attribuire ai telegiornali italiani. Perché?
Qui da noi si parla subito di migliaia di ubriachi, intenti a derubare e molestare sessualmente circa un centinaio di donne; vengono immediatamente identificati come magrebini, o se si vuole eccedere nello schifo, si può abbracciare il termine sopracitato “muso nero”. Questi hanno pianificato le loro empietà tramite web, e dato il via alle danze.
Le denunce dimostrerebbero un bel po’ di schifezza umana accaduta la notte di Capodanno. Un modo come un altro per intrattenersi e trascorrere una serata un po’ diversa dalla solita routine, perché nella notte di San Silvestro, in un modo o nell’altro, il botto bisogna farlo.
Ma le notizie rimangono avvolte nell’alone dell’incertezza, e la contraddizione regna sovrana.
Il sindaco della città di Colonia Henriette Reker precisa che
“Non c’è la minima indicazione che tra i colpevoli ci siano profughi attualmente ospitati nei centri della città”.

Per gli italiani i responsabili delle molestie vanno immediatamente rispediti a casa, magari annegati nell’Egeo “per sbaglio”, perché un modo bisogna trovarlo per liberarsi di loro, l’Europa è allo sbando, in balia dello straniero. Chissà se hanno mai pensato a scioglierli nell’acido.
C’è puzza di Islamofobia , omofobia, xenofobia ovunque.

“Gli immigrati che noi accogliamo con tanto amore se la prendono con le “nostre” donne, aggredendole e stuprandole”.
Una risposta interessante arriva dal vignettista Vauro sul Fatto Quotidiano, che ha preso immediatamente la matita per difendere la pesante mole di immigrati, finiti sotto processo mediatico negli ultimi giorni.

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Europa. Dopo i fatti di Colonia uno scatto di orgoglio”, scrive il vignettista, “Le nostre donne ce le stupriamo noi”. Frasi che fanno raggelare il sangue nelle vene, e aumentano le polemiche, e le mille contraddizioni sul web.
E’ ancora una volta il Corano a venire male interpretato, preso a brandelli e schiaffato sul web, chiara dimostrazione, secondo molti, che il seme della violenza deriva dal Testo Sacro islamico, che induce a stuprare gli infedeli.
Eppure c’è qualcosa che stona alle mie orecchie, c’è qualcosa che non torna.
L’Islam è una religione che stabilisce espressamente la parità tra uomo e donna. Il Corano dice che
Nessuno ha il diritto di imporre agli altri le asserzioni di fede, uccidere un essere  umano è come uccidere tutta l’umanità”.
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Per quanto riguarda il rapporto controverso, e spesso discusso, che intercorre tra islam e la violenza contro le donne, credo sia doveroso attuare una distinzione tra religione e politica opprimente ed ingiusta. Vi basti sapere che nel Marzo 2012 centinaia di donne sono scese per le strade di Rabat per denunciare una legge che obbliga le minori a sposare il loro stupratore. Nel Corano si legge che Allah condanna lo stupro e lo stupratore, ma la legge no. Alla luce di tutto ciò c’è una remota possibilità che la religione islamica venga manipolata a piacimento dai “potenti musulmani”, ai quali conviene mantenere questo messaggio terrificante dell’Islam, al fine di mantenere il business del petrolio. La sfrontatezza con la quale si manipola il Testo Sacro sarebbe per tanto coperta da fiumi di petrolio.
Ma questa non è la sola notizia ridicola ed esasperante che emerge dalla tragica ondata di stupri accaduta a Colonia. Sembra che il sindaco della città abbia introdotto un codice di comportamento dedicato a tutte le donne per evitare le violenze. In parole povere Henriette Reker si è riunita con i massimi esponenti delle forze dell’ordine locali prima di partorire questo fantomatico nuovo “pacchetto sicurezza”, che prevede anche il kit anti stupro, una serie di regole di comportamento, al quale le donne si devono attenere.
Il sindaco esorta il gentil sesso a mantenere una distanza di sicurezza da persone dall’aspetto straniero, a non girare per le strade da sole ma sempre in gruppo, a chiedere aiuto ai passanti in caso di difficoltà, ad informare immediatamente la polizia nel caso si notino persone sospette, e consiglia di non assumere pubblicamente atteggiamenti che potrebbero essere fraintesi da persone di culture diverse.
Quindi, signore e signori, benvenuti nell’Apartheid del 2016, dove il “muso nero” si deve tenere ad una distanza di sicurezza, meglio se sul marciapiede dell’altro lato della strada.

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Ora non so quale sia la verità, non so quale delle miliardi d’informazioni sia realmente affidabile e giusta, tale da essere presa in considerazione.
Da una parte è vero che la violenza sulle donne non ha religione, ne tanto meno colore, volto, nazionalità; ma è altrettanto vero che la situazione ci sta pericolosamente sfuggendo di mano.

Ora, se realmente questa ondata di stupri fosse stata organizzata precedentemente, probabilmente al fine di accentuare ancora di più il clima di terrore che già aleggia nell’aria occidentale, non sarebbe giusto chiamarlo con il suo nome, ovvero terrorismo?
Il terrorismo non è solo bombe, kalashnikov, kamikaze, distruzione. E’ distruzione, ma può anche assumere sembianze macchiavelliche e subdole, basate sulla tecnica di manipolazione della vittima, per indurre un sentimento di paura, terrore, angoscia.
Non è forse questo che stiamo vivendo?
Le notizie rimangono avvolte nell’alone dell’incertezza, niente è ancora certo, la contraddizione regna sovrana.
Indubbio è che l’anno non è iniziato affatto bene, ma questo già lo sapevamo.

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