Non ditelo a nessuno, non sia mai che
si venga a sapere, ma... Voterò Donald Trump.
In America una cosa del genere non si
era mai vista. Stiamo assistendo, noi, spettatori d'oltreoceano, ad
un Grande Fratello di tutto rispetto; dove i concorrenti si gettano
fango addosso, come se non ci fosse un domani, e non mancano di
corteggiare il pubblico, come una seducente donna da portarsi a
letto. Ma non è questo. Non solo. Parliamo di un intero partito che
si rivolta contro un solo candidato, e non uno qualsiasi, ma proprio
il favorito: il famigerato Donald Trump.
Siamo starti bombardati da notizie in
diretta, dall'estremo occidente, dalla casa degli orrori; news che ci
hanno fatto accapponare la pelle, contorcere le budella, rivoltare le
viscere, rizzare i peli, dalla ridicolaggine e follia del suddetto
candidato alla presidenza.
L'intero establishment
politico/culturale repubblicano sta disperatamente facendo terra
bruciata intorno al Trump; ma, quel che si teme con non poca
angoscia, è che sia davvero troppo tardi.
Le accuse rivolte a Mr Bellicapelli
sono innumerevoli; quando va bene gli dicono che la sua visione
protezionistica getterà di certo sul lastrico l'America, che è
impossibile costringere il Messico a pagare la costruzione di un
muro, al confine con gli USA, per lasciare “a casa loro” i
clandestini. Gli ricordano anche, giusto per informazione gratuita,
che dare la caccia alle famiglie dei terroristi, utilizzando le forze
speciali, si chiama crimine di guerra.
Quello che stupisce, e che mi lascia di
stucco, senza parole, non è tanto capire perchè sia il più odiato
d'America, così tanto odiato, che è stato addirittura coniato in
suo onore l'hashtag #NeverTrump; ma perchè, d'altro canto, tutti lo
votino. Perchè, volente o nolente, è un dato di fatto.
Sta succedendo qualcosa, in America,
che ci sta sfuggendo di mano. Ma cosa? Perchè dare corda ad un
ridicolo parrucchino sintetico?
Ho riflettuto a lungo, prima di
gettarmi nella scrittura. Ho meditato, letto, riletto, ho tentato
addirittura di immedesimarmi in una cittadina americana, appartenente
magari ad una classe media, una neolaureata quale di fatto sono, che
segue assiduamente la politica del suo Paese, in quanto desidera
seriamente, nel profondo, il meglio per il suo futuro, e per quello
dei suoi connazionali.
E' stato in quel momento di profonda
crisi d'indentità, che ho deciso di addentrarmi nella pericolosa
ricerca dell'altra faccia della medaglia. Intrufolandomi in quel
meraviglioso mondo del web, mi sono avvicinata, timidamente, a tutte
quelle persone che Donald Trump, no lo odiano affatto.
Non nego il turbine di emozioni che ha
invaso il mio corpo, pervaso da una curiosità ossessiva; eccitazione
mista ad estremo timore: cosa potrà mai suggerirmi una persona che
apprezza, ed è pronta a votare a favore di un folle?
Trump, il cattivo d'America, eppure il
preferito. Un paradosso interessante. Non credete? Non provate anche
voi l'incredibile desiderio di andare a fondo, di vederci chiaro?
Perchè votare il pittoresco candidato
repubblicano?
Noi europei non siamo altro che
spettatori distratti, in cerca di scoop, e ventate di fresche di
novità, provenienti, come brezza marina, d'oltreoceano. Siamo
schizzinosi, molto, e il fatto che il buffone dal parrucchino
arancione stia ottendendo tutti questi consensi, ci fa storcere il
naso. Difficile comprendere questa fetta americana, profondamente
ignorante e razzista.
Ma è anche giusto affermare che noi
italiani, soprattutto, non dovremmo avere troppi motivi per
scandalizzarci, viste le performance del nostro caro Berlusconi. Non
è passato troppo tempo, se la memoria non m'inganna, dalle sua
affermazioni scandalose e fatti aberranti. Davvero ci siamo
dimenticati del periodo in cui all'estero venivamo additati non solo
per la pizza, il mandolino, la pasta, la mafia, ma anche Berlusconi?
E di certo non era un fattore positivo.
Innumerevoli e differenti, e
apperentemente sconvolgenti, le risposte alla nostra domanda.
Perchè votare Trump?
Secondo Clarence Page, noto
editorialista del Chicago Tribune, i media e la popolazione stessa,
sarebbero attratti maggiormente dalla narrativa e
dall'intrattenimento, anche in caso di elezioni presidenziali. Non
c'è ombra di dubbio sul fatto che Trump sia certamente un grande
showman; e se ci dev'essere un circo mediatico, tanto vale esserne il
direttore. La sua campagna presidenziale porta un ottimo esempio di
come si possa arrivare lontano, se sei ricco, famoso, e abbastanza
temprato da sostenere qualsiasi imbarazzo. La sua narrativa si
rivolge ad un'audience diversa, di volta in volta, ma sempre avida e
bramosa di essere intrattenuta.
Un vero e proprio Reality Show. Ma è
davvero tutto qui? Questo è il solo e futile motivo per cui Trump
sbaraglia le elezioni?
Derek Thompson scriveva su “The
Atlantic”:
“Il senso d'impotenza, e la mancanza
di voce è un elemento di predilizione del supporto elettorale a
Trump, più veritiero di quello che può essere rappresentato
dall'età, dalla razza, dall'istruzione, dal reddito,
dall'atteggiamento razzista nei confronti dei musulmani, degli
immigrati illegali o dell'identità ispanica.”
E qui, sento di aver toccato un nervo
scoperto.
Gran confusione in un partito
repubblicano. Gli elettori ne apprezzano la duttilità
imprenditoriale, il linguaggio, per così dire, umano, terra terra,
spiccio.
Cosa sta davvero succedendo
all'America? Stiamo assistendo ad un'annata strana, o qualcosa di
grosso sta smuovendo le acque d'oltreoceano? Si tratta di un
risveglio politico/culturale?
Forse è tutta una terribile ma
inevitabile conseguenza di una stanchezza, che potremmo definire
cosmica, e una volontà più che legittima, da parte del popolo, di
essere ascoltato. Troppi politici, pochi cambiamenti.
E anche se è chiaro a tutti quanto
Trump non sia altro che una grande messa in scena, travestita da un
noto miliardario, residente a Manhattan, cresciuto nello sfarzo... Le
sue incredibili sparate elettorali funzionano alla grande. Perchè?
E' altamente probabile che l'America
stia votando con il dito medio alzato.
E' stanca, esausta, stremata.
Esiste una parte della popolazione
americana, silenziosa, e forse spaventata, che vede nel miliardario
Trump una possibile garanzia per il ritorno al vecchio capitalismo,
massacrato dal “socialista Obama”. Si tratta di tante piccole
formichine d'oltreoceano, per le quali la priorità assoluta sarebbe
quella di avere un'America forte nel mondo. E' gente delusa dalle
promesse di tutti, parole al vento, di democratici e repubblicani.
Gente che ama la schiettezza, e sogna la capacità di tornare ad un
mondo più semplice e puro, dove le cose avevano un nome, e si
potevano dire.
E' davvero tornare al passato il
segreto del successo?
Forza, sincerità, successo promessa.
Siamo arrivati ad un punto dove non esiste più una sola america, ma
tanti piccoli staterelli aggiunti, tanti percorsi di vita diversi,
aspirazioni differenti. Sarebbe la speranza dunque, la promessa di
una storia diversa, migliore, che spinge l'americano ad abbracciare
un uomo, che non dice quasi nulla di concreto sulla sua politica,
sulle strategie, sulle alleanze... Ma che promette di far tornare
l'America grande. Il Top.
Signore e signori, iniziamo pure a
tremare. Perchè in America, e non solo, sta davvero succedendo
qualcosa di estremamente pericoloso. Un terribile mostro marino sta
smuovendo le acque dei nostri mari. E non è Moby Dick. Si tratta di
risentimento, delusione, esasperazione. Sentimenti che aleggiano
nell'aria da ormai troppo tempo.
La popolazione mondiale si è stancata
di sentirsi dire che la crisi appartiene al passato, che è solo un
rircodo, che dobbiamo essere fieri della nostra solidarietà, che
Putin è il cattivo, mentre l'Iran e l'Iraq sono nostri amici. La
realtà è che viviamo in un'epoca totalmente ossessonata dai
personali interessi e tornaconti, specie di natura economica, dove
gli amici si trasformano troppo in fretta in temibili nemici.
Viviamo in un mondo dove anche il primo
degli showman, buffone, bellicapelli, che probabilmente non farà
assolutamente nulla di ciò che promette, improvvisamente, sembra il
male minore.
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