giovedì 20 agosto 2015

Le Mie Prigioni.

 
 
[Dopo una lunga, immensa e soffocante latitanza, torna quell'incredibile voglia di scrivere, che mi penetra nel sistema nervoso, fino a fermentare le mie falangi carnose.
L'incredibile voglia di scrivere, di tornare ai tempi moderni, e godere di quel leggero ticchettio provocato dai tasti di tastiera di un pc. Del mio pc.
Un modo come un altro per assaporare il profumo di casa, a pieni polmoni.
DalVangeloSecondoElisa_
Sono tornata_ Più combattiva che mai]
 
 
 
 
 
 
[...] Work in progress_
 
[Attraverso un incrocio trafficato di una grande metropoli, o forse è semplicemente quella vecchia strada sterrata, piena di buche come una groviera, con quell’erbaccia che ancora osa fare capolino lungo i bordi. Una strada inquinata da un vento soffocante, che da sempre mi separa dal calore di casa.
Attraverso una gigantesca striscia di terreno composta da mille corsie, imponente e zebrata, come un rotolo di carta igienica a quattro veli: non si strappa, e non ne si vede mai la fine. La mia maledetta vocina interiore non mi abbandona neanche per un secondo, accompagnandomi nel mio pericoloso slalom tra le auto, sedotte dallo scattare del colore verde del semaforo, come elettroni attratti dal nucleo del proprio atomo.
Incurante delle bestemmie, delle grida soffocate, e del suono impazzito dei clacson, che mi scorrono accanto senza mai sfiorarmi, come quelle goccioline di sudore acido, che mi scaldano la fronte, permetto alla mia siluette deformata di sfilare accanto alle auto; seducendole, ammaliandole, concedendo a quella strada trafficata e asfissiata da troppo stress, il privilegio di respirare il mio profumo.
Un caldo mantello, lungo fin quasi ai piedi, avvolge il mio corpo martoriato, allo stesso modo con cui un bocciolo protegge il seme della sua nascita. Odora di carogna e colora di sporco, ma è una potente arma difensiva che mi scalda, e mi isola dal mondo che mi circonda. Un mondo impallidito da un’anemia universale, a causa della diminuzione improvvisa di emoglobina nelle coronarie terrestri, che nutrono l’intero Pianeta Terra. Uno sporco mantello mi separa dal mondo, ma non impedisce a dei sudici Hugg di taglia 36 di condurre i miei lesti piedini al di fuori di quel luogo trafficato, che investe la natura di emozioni negative, cattiveria, ed egoismo infondato, che si colora di smog e uccide le farfalle con il terribile odore della carne umana.
Un paio di Hugg marroncini, solcano il suolo, trasportando la mia siluette deformata lontana dalla civiltà e da tutto, sola con la mia vocina interiore che mai mi abbandona, e uno zaino da montagna sulle spalle curve, peso inevitabile del tempo, e degna eredità di una prigionia, che sembrava non finire mai.]
 
_work in progress_


 

Nessun commento:

Posta un commento