Una barca nel bosco.
Tutto è successo per caso, un pomeriggio di uno degli ultimi weekend maceratesi, forse proprio il penultimo. Come sempre, mi annoiavo. E quando mai non mi annoio io? Ho sempre questa smania di fare, fare e ancora fare. Quindi prendo ed esco, generalmente nelle ore più impensate, tipo poco prima di pranzo. Come a dire "Non me ne frega nulla degli orari, io mangio quando ho fame".
Negli ultimi weekend maceratesi c'era il mercato, o meglio il "baratto", un piccolo mercatino dell'usato, dove sotto il portichetto (dove il caso vuole che il mercoledì mattina si trovi sempre la mia bancarella preferita), c'era una ragazza, all'incirca della mia età, che vendeva libri. E perché mai non mi metto a vendere io i miei libri? O potrei vendere la biblioteca di mio padre insieme, ne farei una bancarella chilometrica. E figurati se io non mi fermo a guardare i libri, sai sono usati, quindi li venderà alla metà, facendo un rapido calcolo mentale potrei fare un affarone. Mi colpisce una copertina azzurra. La casa editrice è "La Fenice", è la copertina è in realtà piuttosto anonima, c'è un'illustrazione anche bruttina, di un bambino che si nasconde dietro ad un albero. E' un'illustrazione infantile, sì. E a me non piace. Leggo il riassunto dietro, ma tipo solo la prima riga, mica ne ho voglia di concentrarmi e leggere tutto per bene, poi tanto vale chiederlo alla ragazza di cosa parla, così vediamo se vende libri che realmente ha letto, e ai quali tiene.
"il protagonista è un ragazzo disadattato, che cerca il suo posto nel mondo".
Non c'è bisogno di altro, è mio. 5 euro è un affare, dai. Si, se non fosse che sono gli ultimi pezzi di carta che ti restano nel portafoglio, senza contare gli scontrini, che collezioni insieme alle banconote, chissà poi perché. Danno solo l'illusione che non sia mai completamente vuoto. E si, certo, come no. E poi pago l'affitto con gli scontrini.
Ho colmato il mio momento di noia acquistando un bel libro, chissà poi perché ero convinta che il protagonista fosse una LEI, io devo potermi immedesimare nell'io narrante, per innamorarmi di ciò che leggo, ma come faccio ad immedesimarmi in un ragazzino che si chiama Gaspare? Beh, cavoli miei a questo punto, avevo solo da leggere meglio la trama, invece di rimanere fossilizzata nelle mie idee. Sarà uno di quei tanti libri che non riesco a leggere. Non mi sono ancora perdonata di non essere riuscita a finire Virginia Woolf, chissà se potrà mai perdonarmi. Mi dispiace, cara Miss Woolf, io ce l'ho messa davvero tutta a leggere Miss Dolloway, lo portavo sempre con me, sempre nella mia borsetta, durante i viaggi in treno, lungo i tragitti in macchina quando non guidavo io, anche quelli brevi, pensavo dai, mi leggo una pagina di Virginia. E la narrazione non andava mai avanti, a giugno ero alle 10 della mattina, ad agosto ero alle 11,30. Cazzarola, due mesi per sforzarmi di leggere non so esattamente quante pagine, e la storia scorreva, beh, un'ora emmezza in due mesi. E' troppo per me. Io non ho la pazienza, mi dispiace.
Fu così che ci fu la separazione tra me e Miss Woolf, ci soffro ancora adesso, ma non eravamo compatibili.
"Una barca nel bosco" invece, accipicchia! Una vera rivelazione.
Io e Paola Mastrocola, eccome se siamo fatte l'una per l'altra, sarà perché siamo entrambe piemontesi anche, abbiamo una patria comune insomma, poco importa se lei è torinese, e io provengo da un paesino sperduto per le montagne; si, io lei già la amo.
E io sono esattamente una barca nel bosco, sono proprio io. Quante volte mi sono sentita, e mi sento tutt'ora nel posto completamente sbagliato? Quante volte mi chiedo che ci faccio ancora qua? Che cavolo c'entro io con un paesino di duemila abitanti, dove tutti sanno tutto di tutti?
Io non sono Gaspare, non amo il latino, anzi, mai l'ho studiato realmente, le versioni le copiavo, e le verifiche... Boh, io in qualche modo me la cavavo. Ma non studiavo di certo Latino.
Eppure sono anch'io un pesce fuor d'acqua. Lo sono spesso, sempre se proprio vogliamo esagerare. Io sono quella che non si accontenta di vivere nell'isola, io sono quella che vuole studiare, già ma cosa? Io sono quella che vuole fare grandi cose nella vita, non mi voglio fermare mai, meno che mai star qua, a marcire nel paesino. Qua non fai nulla, questo diceva il papà pescatore a Gaspare, stessa cosa mi dico io, ogni giorno.
C'è una morale in tutto questo. Ovvio, una morale c'è sempre, e amo Paola Mastracola anche per questo. Perché mi da un insegnamento, un piccolo consiglio di vita, e io ho sempre bisogno di consigli, io ho estremo bisogno di imparare, nutrire la mia anima.
Pensavo ci fosse un lieto fine, e in effetti c'è, ma non è quello che la mia mente disneyana si aspettava. La Mastracola mi stupisce, stupisce anche me, che leggo, che so, che scrivo. Ora posso anche abbassare la testa e fare meno la figa.
E' difficile sapere realmente cosa vogliamo dalla vita. E' difficile sapere qual è il vero segreto per la nostra realizzazione personale. Nessuno conosce la strada per la realizzazione, perché ognuno ha la sua, ma credo e spero, che nel momento in cui la trovi, te ne rendi conto, e allora sì che puoi dire "Ora si che sono realizzata!". Penso sia questo il segreto della felicità.
E qui il colpo di scena. Gaspare vuole fare il latinista, già, ma che diavolo di lavoro è il latinista? Eppure la sua passione più grande è il latino. Quindi cosa penso io? farà latino all'università, e diventerà un professore di latino; così finirà il libro, solo così può andare la storia.
Ingenua, cara Elisa, sei solo una povera ingenua. Gaspare scopre dal nulla, così per caso, un'altra passione, la cura delle piante. Lui sì che ha il pollice verde, e ha talmente tanto amore all'interno di sé da donare, che riesce a dedicare tutto se stesso alle piante, a loro sì, le cura, le annaffia, le culla, le lucida, le ama. E da qui nasce tutto. Gaspare ha una mente geniale. E un cuore grande.
Riesce a trovare il suo posto nel mondo, trova se stesso, trova la sua casa.
E incredibilmente Gaspare, proprio lui, che è sempre stato una barca nel bosco, come me, insegnerà alla gente il segreto della vita tranquilla, della vita lenta, della felicità.
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