C’era una volta una ragazza stupida. Una ragazza talmente
stupida che credeva che la causa dei suoi problemi fosse la sua famiglia. E
perché questo? Stupide concezioni mentali, perché fondamentalmente, pure lei lo
sapeva, la famiglia le aveva sempre dato tutto. Nulla le era mai mancato.
Eppure è sempre stata un animo irrequieto, forse è quello il punto, un animo
irrequieto, malinconico, solitario. Tutti i mali peggiori che il mondo ti può
infliggere, lei li aveva. Tutti, uno dopo l’altro. E prima le amiche storiche
si fidanzano tutte, e che bella cosa, sono davvero felice per loro, ma a me no,
non interessa ancora una storia seria, a me va ancora bene sfarfalleggiare qua
e la. Siiii, come no, e a chi la vuoi dare a bere. E poi non scherziamo, per
chi mi hai preso, io non sono affatto invidiosa. Non mi passerebbe mai per
l’anticamera del cervello di invidiarti, che sarà mai, solo perché hai un
ragazzo super figo che non vede altro che te, ti ama, ti venera, ti viene a
prendere a scuola con un mazzo di rose, ti scrive ti amo in ogni dove. Mentre a
me neanche me lo scriveranno mai su un pezzo di carta igienica. Ma poi,
chissenefrega, a me non interessano queste stupide romanticherie. E perché
dovrebbero? Io sto bene così.
E’ proprio perché sto bene, sono appagata dalla vita, felice
e contenta, soddisfatta dei risultati che sto ottenendo faticando molto, tra
università e lavoro… Eh? Ma di chi sto parlando, il mio unico vero impegno è la
televisione e il divano. E qualche schifezza da sgranocchiare, ai tempi ancora me
la potevo concedere.
Beh, la gente intorno a me si stava seriamente impegnando
per ottenere qualcosa dalla vita, si passa la vita sui libro per quello in
fondo, facciamo spendere fior di quattrini ai nostri genitori per questo. Per
realizzarci, o per lo meno tentare di avere un posto, di trovare il NOSTRO
posto nella vita.
E proprio perché il mio posto io già l’avevo trovato (vuoi
mettere, sul divano ci stava la bella forma del mio sederino, un gran bel
posto!), ed ero felicemente appagata dai miei successi professionali
(ahahahah), che ho sentito l’esigenza un bel giorno, per l’esattezza il tre
luglio del 2011, di partire per l’Africa da sola. Ma non l’africa che si vede
nei film, o si vede nei documentari, tutta colori caldi, arancio e marrone,
animali enormi, savane, tramonti spettacolari. No, nulla di tutto ciò. Io mi
sono ritrovata nel caldo più infernale che ci possa essere, senza valigia,
perché le compagnie aeree che portano la gente in posto così schifosi ( Sto
parlando della bellissima Sharm el Sheik, un paradiso, se ci stai solo una
settimana in vacanza, un vero inferno se ci stai sei mesi), se ne sbattono
altamentte di fornirti un adeguato servizio. Ti perdono la valigia, così devo
girare nuda in mezzo agli egiziani poco arrapati in periodo di ramadam,
ecchebello! Benvenuta in Egitto cara
Elisa! E che benvenuto!
E questa sembrò un po’ l’inizio dei miei mali, forse, o
forse anche il punto di partenza di una nuova Elisa. Si, un’Elisa diversa,
cresciuta, che se l’è cavata da sola in mezzo al nulla, ed è pure riuscita a
non farsi stuprare da nessun moretto. E beh! In compenso si è spesa tutto lo
stipendio, che già era una miseria, che comprarsi lo stretto necessario. E
quando si associa il mio nome allo shopping vuol sire che non è MAI lo stretto
necessario. Ma rigorosamente di più. Ricordo che mangiavo tanto, ma proprio
tantissimo cioccolato, e che ad un certo punto smisero di andarmi i pantaloni.
Non funzionava neanche più la tattica del non respiro. Lì per lì me ne sbattei
altamente. Ma quando tornai a casa, e li vidi davvero quei troppi chili in più
sulla bilancia, impressi a caratteri cubitali, scritti, incisi su quella che
diventò ben presto un’amica-nemica per me, beh, chiamai in appello tutta me
stessa e la mia forza di volontà (giusto un po’ inesistente all’epoca), nel tentativo di dimagrire senza soffrire. Si
esatto, quello che volevo fare io era dimagrire senza rinunciare alle mie
porcate e senza dovermi necessariamente alzare dal divano. Obiettivo di questa
dieta (inesistente) fai-da-me: rientrare nei miei amati jeans.
Riuscirà la nostra eroina a perdere i fastidiosi chiletti
senza muovere un dito..?
Lo scopriremo nella prossima puntata.
Kiss Kiss… Gossip Girl
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