domenica 2 novembre 2014

Postumi da un genio ribelle..


E’ esattamente l’una e dodici minuti, sono stanca morta, ma so che se non mi metto a scrivere ora, a freddo, non lo faccio più. Perché domani non sarà la stessa cosa.

“Will Hunting, genio ribelle”, è assurdo che il mio caro fidanzato sia riuscito a consigliarmi un film tanto diverso dal solito. Beh, dovete sapere che normalmente mi fa vedere film talmente assurdi da non dormirci la notte, pellicole dalla trama contorta, ingarbugliata, che ti lascia con il fiato sospeso fino al momento dei titoli di coda; quando tu sei ancora lì a chiederti “Ma che cazzo vuol dire… Non ci credo”, e speri che non finisca adesso, perché non può finire in quel momento, no, proprio non può. C’è da dire poi che io sono una classica discendente della Disney, sono cresciuta a pane e Beauty and the beast, quindi per quanto possa fare la figa attendo sempre, nel mio piccolo, un lieto fine. Non lo ammetto mai, ma io esigo sempre un cazzo di lieto fine. Non ci posso fare niente, sotto la ruvida crosta da finta ragazzaccia si nasconde sempre e comunque un’inguaribile romantica.

“Will Hunting, genio ribelle”. Questa volta tutto è filato liscio, fin dall’inizio. Niente colpi di scena spaventosi, anticipazioni terrificanti di quel che avverrà che ti gelano il sangue nelle vene, e la voglia di continuare, di scoprire, di goderti quella pellicola fino in fondo, senza perderti neanche un secondo. Anche se sai che in fondo il tuo è un po’ un masochismo, perché spenderai la nottata a rifletterci, e tu vorresti tanto dormire beatamente. Quel masochismo ti scorre come acciaio vivo nelle vene, e ti tiene attaccato al pc, con il fiato sospeso.

Will è un bravo ragazzo, lo si capisce da subito. E’ il classico bravo ragazzo dal passato difficile, che gira con il suo gruppetto di amici alcolizzati, che fa un lavoro di merda giusto per guadagnarsi quelle due birre alla fine del turno quotidiano. E ha scopato ma non sa cos’è l’amore, perché, come già detto, ha avuto un passato difficile, un’esistenza travagliata, e ha appena ventun’anni, e non gli va di parlarne, e fa lo sbruffone, e bla bla, e bla bla…

Personaggio  piuttosto banale descritto così. Eppure è il protagonista, direte voi. Bingo! Sbagliato. Il protagonista non è Will con la sua storia difficile, i suoi casini, la sua dote. Protagonista è la vita che conducono un gruppo di ragazzi, per riuscire a guadagnare la pagnotta, perché non hanno nessuno che gli permette un’istruzione, che può regalare loro una vita dignitosa. Protagonista è l’ambizione, la voglia di riscattarsi, e dar frutto ad anni e anni di duro lavoro. Protagonista è la gioventù, la beata gioventù, che unisce vite apparentemente così diverse, eppure fondamentalmente uguali. Protagonista è il rancore, che logora il fegato, e non permette di vivere una vita serena.  Protagonista è la paura, che maledetta ci accompagna ad ogni passo, durante tutto il cammino della nostra vita. E Dio solo sa quanto è difficile vincerla. Protagonista è anche la speranza, perché si è difficile vincerla, ma non impossibile. Will ne rappresenta un esempio, ma non solo lui. E considerando che il mio caro fidanzato conosce il mio dannato debole per l’amore, tormentato, passionale, violento, ma vero; protagonista è anche chiaramente una bellissima storia d’amore. E stranamente non ho avuto il tempo di chiedermi “E Scarlett?”… Che già il corso degli eventi mi aveva dato una risposta.

Altro non vi dico amici miei, il letto mi sta chiamando da troppo tempo… E qualcosa mi dice che passerò una splendida nottata di sonno.

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