martedì 27 gennaio 2015

Per Non Dimenticare. Ecco Le Nostre Vergogne.


 

 
Ci sono delle urla. Lamenti strazianti soffiano come vento e prendono parte a quel tifone che s’impadronisce del nostro cielo da ormai troppo tempo. E’ un vento che si colora di grida di dolore, di gemiti soffocati che provengono da cuori troppo grandi, schiacciati dal peso della crudeltà umana.

E’ un vento gelido il nostro, un vento assordante, che ti entra nei timpani, ti penetra nelle ossa e raggiunge le cavità più nascoste del corpo, e non ti molla più.

E’ un vento che si colora di morte, è un vento che porta il peso di tutte le vittime che ora ne fanno parte, e si porta dietro tutte le testimonianze di quello che è stato, che c’è tutt’ora, e che sempre ci sarà.

Parole volate al vento, leggere come un soffio.

Volti persi nel buio di questi giorni, occhi profondi come l’abisso, occhi consumati, che navigano in una tormenta infinita di chi non trova pace. Sorrisi spazzati via dalla crudeltà umana, emozioni assopite, l’umanità è stata ripulita da ogni bene, come un granello di polvere spolverato sul davanzale della finestra.

Un mondo ripulito. E vuoto, come una vasca di pesciolini rossi senza acqua.

L’intero pianeta è stato ripulito della sua stessa vita.

Parole volate al vento, ancora, leggere come un soffio del tuo fiato sul mio collo. L’unico calore che percepisco ancora è quello che deriva dal ricordo. Il ricordo di quello che fu.

Io sono stata la prescelta. Sono stata scelta dal tuo Dio per portare in grembo il tuo seme, per dare alla luce un po’ di vita in mezzo a tutta questa morte.

Questo succedeva 70 anni fa, quando il fetore di cadavere putrefatto affollava ancora le nostre strade, e la vergogna dell’uomo, la vergogna di appartenere alla medesima razza umana capace di tale atrocità, incombeva, pesante come un macigno, nell’animo di tutti noi sopravvissuti.

Sono passati 70 anni. Le nostre strade puzzano di smog e di cibo andato a male. Il vento è cambiato, ma non smette di soffiare, forte e potente, il vento giustiziere, che spazza via giorno dopo giorno un po’ di umanità, e trasporta con se ancora un po’ di quell’odore. L’odore di morte.

La vergogna dell’uomo, quella no, non è passata; e anche se viviamo al riparo, nelle nostre splendide case profumate di violetta, il fetore di cadavere putrefatto non ci abbandonerà mai. Aleggia sopra le nostre teste, come un falco predatore che avvista la sua cena, e qualche volta decolla, inietta il suo veleno con una morsa violenta. In questi momenti di terrore puro lo stomaco si attorciglia, le parole si bloccano in gola, il cuore smette di battere per un momento.

E’ il malessere del nuovo millennio, una nuvola nera che aleggia sull’essere umano. Quella stessa  nube scura che volava sopra le nostre teste 70anni fa.

Quel nero è colato come inchiostro e ha macchiato l’uomo di un altro peccato.

Questo è per me l’Olocausto dei giorni nostri.

Io sono nata nell’anno sbagliato. Sono nata quando tutto questo era già storia, quando tutto questo era una macchia di un inchiostro indelebile nella memoria di chi è venuto prima di me. Ma l’eco di quel vento si sentiva ancora. Tre giorni dopo la mia nascita cadeva il muro di Berlino. Era il 9 Novembre del 1989.

La fine di una guerra che ancora trascinava dietro sé i suoi fantasmi, i suoi orrori, la sua distruzione.

La fine di una guerra e l’inizio di un’altra.

Sono nata nell’anno sbagliato ma quella macchia d’inchiostro indelebile ancora la vedo. E’ ovunque, nelle nostre belle case, sotto i nostri vestiti firmati, nei nostri i phone di ultima generazione, nei microcip che infiliamo su per il culo ai nostri cani, nel cibo macrobiotico che mangiamo, nelle droghe che ogni giorno ci alimentano.

Questa è la nostra vergogna.

_je suis Charlie_ E’ la nostra vergogna

_Le polemiche nate intorno alla liberazione delle due attiviste Greta e Vanessa_ E’ la nostra vergogna

_Una donna 80enne che fa esplodere un palazzo “in nome di Dio”_ Anche questa è la nostra vergogna.

Cercate un terrorista? Cercate un colpevole?  Cercate una vittima?

Siamo vittime e carnefici di noi stessi.

[Dalle parole di un Dio che se esiste di certo ha da fare]­_[il Vangelo secondo Elisa]

 

Nessun commento:

Posta un commento